Camillo Pennati


Dai giacimenti della tua umana cultura
coltivata nel tempo di farsi terreno di una vita
da zolle e rifugi e stanze dove ha da sempre
echeggiato per frequentate partiture il lirico
fraseggio degli antichi e trascorsi poeti e di Li Po
nel lontano eco sonoro dei loro solcati versi
a lancinarti l’animo e di un subito
a molcerlo di nutrienti e confortanti risonanze:
ecco scaturirne l’empito non di rassomigliarne
musica e visione e ritmo e scansione
in un concento magico di echi
bensì l’affioramento di un sentire lento e sorgivo
che intride il sentimento di un percorso
nella passione sorgente di vibrare le proprie corde
al musicato e musicale assenso col proprio accento
colmo di ciò che in compassione ed attrazione
e di sommovimento e seduzione e innamorato
estro traduce il sé che confluisce in singolare
ruscellio di sua armonia vocale nella portata
riflessiva della gran corrente tutto il trasporto
a contenere e il rivibrante suono di poesia
che aleggia sempre e ne fa raro il percettivo tono
                                                              (A e per Velio)